Pensione di vecchiaia: gli eredi non hanno diritto ai ratei non richiesti dal de cuius

2 Febbraio 2025

La Corte di Cassazione ha ribadito un principio di sicura rilevanza in materia previdenziale: se il lavoratore deceduto non ha presentato domanda di pensione prima della sua morte, i suoi eredi non possono richiedere i ratei maturati e non riscossi. Una recente Ordinanza chiarisce i motivi di questa decisione e le implicazioni per le famiglie.

La pronuncia della Cassazione: l'importanza della domanda amministrativa

Con l’Ordinanza n. 2297/25 la Suprema Corte ha confermato che il diritto alla pensione di vecchiaia sorge solo con la presentazione della domanda amministrativa all’INPS. Senza questo passaggio formale, il diritto non si consolida nel patrimonio del lavoratore e, quindi, non è trasmissibile agli eredi in caso di decesso.

La Corte d'Appello di Brescia, pronunciandosi sul caso, ha affermato che la mancata richiesta all’ente previdenziale non può essere sanata post mortem dagli eredi, in quanto il diritto stesso non si è mai concretizzato. La domanda amministrativa, infatti, rappresenta l’elemento costitutivo essenziale per l’insorgenza dell’obbligo previdenziale.

Le implicazioni per le famiglie e i lavoratori

Questa decisione ha conseguenze rilevanti per i lavoratori prossimi alla pensione e per i loro familiari. Se un lavoratore raggiunge i requisiti per la pensione di vecchiaia ma non presenta domanda prima del decesso, i suoi eredi non potranno vantare alcun diritto sui ratei non riscossi. È quindi fondamentale che chi ha maturato il diritto alla pensione inoltri tempestivamente la richiesta all’INPS, evitando il rischio di perdere il trattamento maturato.

Questa pronuncia conferma l’importanza delle formalità amministrative in ambito previdenziale e rafforza l’orientamento secondo cui la richiesta di pensione non è un semplice adempimento burocratico, ma un atto essenziale per il riconoscimento del diritto stesso.

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