Deontologia dell'avvocato e società di consulenza (commerciali)

10 Aprile 2025

La Sentenza n. 14374/2012 delle Sezioni Unite Civili della Corte di Cassazione riguarda il ricorso presentato dall'Avv. A.A.M. contro la decisione del Consiglio Nazionale Forense che aveva confermato la sanzione disciplinare della sospensione dall'esercizio della professione per sei mesi, inflitta dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Torino.  

Le incolpazioni mosse all'Avv. A.A.M. riguardavano principalmente la violazione dei doveri di dignità, decoro, probità ed indipendenza professionale. In particolare, gli si contestava di aver esercitato di fatto l'attività professionale in forma societaria non consentita, o comunque di aver favorito la commistione di interessi tra il proprio studio legale (e comunque la propria posizione professionale individuale di avvocato iscritto all'Albo) e una società di consulenza (SCAI s.r.l.), condividendo locali e attrezzature, indirizzando clientela e partecipando alla ripartizione degli utili. Un'altra contestazione riguardava il concorso nel pattuire e nel far versare ai clienti compensi percentuali sulle somme recuperate anche attraverso l'attività giudiziale svolta dallo studio legale, in violazione del divieto di patto di quota lite. Infine, all'Avv. A.A.M. era stato contestato di aver promosso una pluralità di azioni giudiziarie contro lo stesso cliente in modo non necessario e aggravando la posizione debitoria di quest'ultimo.  

La Corte di Cassazione ha esaminato i motivi di ricorso presentati dall'Avv. A.A.M.; egli contestava l'erroneità della decisione disciplinare, sostenendo di non aver mai svolto attività forense in forma societaria e negando la commistione di interessi con la società di consulenza. Affermava che la società di consulenza svolgeva solo attività ausiliarie e che il rapporto con il cliente era strutturato su un sistema di fatturazione e rifatturazione che non violava i doveri deontologici.  

La Corte ha rigettato queste censure, affermando che, sotto il profilo disciplinare, è rilevante l'accertamento della commistione di interessi tra il professionista e la società di consulenza, indipendentemente dalla corretta denominazione civilistica o societaria del rapporto. Nel caso specifico, gli indici rivelatori di tale commistione erano costituiti dalla condivisione dei locali, dall'uso promiscuo delle attrezzature, dall'accostamento delle targhe e dall'indicazione della società di consulenza come partner sul sito web dell'avvocato, oltre alle modalità di svolgimento del rapporto con il cliente e al sistema di fatturazione.

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