Nel 2025, il concordato preventivo biennale (Cpb) e la sanatoria fiscale rappresentano due strumenti di grande interesse per imprese e professionisti. Chi ha già aderito al Cpb o intende farlo per il biennio 2025-26 deve aggiornarsi sulle nuove cause di cessazione e decadenza, dopo le ultime risposte dell'Agenzia delle Entrate fornite durante Telefisco 2025.
Le cause di cessazione si verificano quando eventi particolari impediscono la prosecuzione del patto tra Fisco e contribuente. Ad esempio, una riduzione del reddito o del valore della produzione netta oltre il 30% rispetto a quanto concordato porta alla cessazione automatica del Cpb. Al contrario, le cause di decadenza sono più severe: colpiscono entrambi gli anni di adesione, impongono imposte e contributi in base al reddito concordato (se superiore a quello effettivo) e annullano i benefici della sanatoria sui periodi precedenti.
Una questione dibattuta è quella delle operazioni straordinarie. Fusione, scissione, conferimento di beni (anche denaro), cessione d’azienda e successione comportano la cessazione del Cpb. Tuttavia, trasformazioni societarie e cambi di regime fiscale non interrompono il concordato, a meno che non si passi al regime forfettario. Per le società di persone e gli studi associati, la cessazione avviene solo se si verifica un aumento del numero dei soci, tranne in caso di subentro di eredi.
Sul fronte della sanatoria, i soggetti Isa che vogliono aderire devono esercitare l’opzione entro il 31 marzo 2025. Tuttavia, alcune società con esercizio a cavallo d’anno potrebbero trovarsi escluse a causa di un’incongruenza normativa, un problema che si spera venga risolto presto.
Implicazioni per le imprese: opportunità e rischi
L’adesione al Cpb può rivelarsi vantaggiosa, ma è fondamentale monitorare le proprie condizioni economiche per evitare di trovarsi in una situazione svantaggiosa. In alcuni casi, la cessazione del concordato può persino risultare positiva, soprattutto se i parametri concordati si rivelano irrealistici.
Le aziende devono quindi valutare attentamente le proprie prospettive prima di optare per il concordato o la sanatoria, tenendo conto delle frequenti modifiche normative e delle interpretazioni dell’Agenzia delle Entrate.
Avv. Francesco Scrivano